L’obiettivo del processo creativo esploriAMO, quest’anno alla sua quarta edizione, è da sempre quello di creare insieme allə cittadinə partecipanti una performance itinerante nello spazio pubblico, che dia liberamente voce e corpo ad aree e quartieri di Treviso. Nelle precedenti edizioni il laboratorio si era concentrato sulla zona di San Nicolò (2021) dei giardinetti di Sant’Andrea (2022) e sull’area ex-Appiani (2023). Quest’anno il focus della performance sarà il Quartiere Latino, dove sorgeva l’antico ospedale guidato dalla Confraternita dei Battuti, luogo di accoglienza e di cura e dove oggi si trova la sede centrale del polo universitario.

Con lə partecipanti ci siamo lasciatə suggestionare dall’osservazione del luogo e dalla lettura del testo “Mi hanno abbandonato i miei famigliari” di Paola Bruttocao e Luisa Tosi. Fino alla metà del secolo scorso, infatti, lì era presente una ruota degli esposti dove venivano lasciatə lə figliə non desideratə. A partire da questo tema, che noi abbiamo ribattezzato “dell’orfanitudine”, ci siamo domandatə se e di cosa ancora oggi ci sentiamo orfanə.

Nella promenade-performance che vedrà la sua restituzione il 23 e il 28 giugno alle ore 19.00 a partire dal Teatro Mario del Monaco di Treviso, incontreremo quindi degli esseri favolosi, creati con lə partecipanti del laboratorio esplorando anche la maschera drag, a partire da un certo sentirsi “orfanə” rispetto al domani.

A condurre questo percorso lə attorə del CTT Miriam Russo e Giacomo Martini, insieme a Ulisse Romanò, danzatorə, attorə e regista della compagnia Nina’s Drag Queens, che è stata ospite di GEA.22 – MAD(R)E IN ITALY con lo spettacolo “Le Gattoparde” .
Abbiamo esplorato la maschera della Drag Queen, potente e leggera al tempo stesso, al quale tutto -o quasi- è concesso.

“Il rovesciamento dei ruoli, che ci porta a volte a trasformare – o più propriamente, a travestire – personaggi maschili in personaggi femminili (e nel nostro caso anche viceversa) è un’arma espressiva semplice e spiazzante: in una società come la nostra, tuttora profondamente maschilista, questo ha la forza di una piccola rivoluzione.”
Nina’s Drag Queens

Ecco come in questo percorso abbiamo voluto declinare il tema di GEA.24 (TRANS)UMANA: fin dove si spingono i confini dellə performer nel corpo, nella definizione dell’identità, nel genere, nello spazio che attraversiamo dentro e fuori da noi? Questi esseri nuovi di zecca, questə cosiddettə “cucciolə di drag” piccolə e cangianti, riusciranno a farci credere che è possibile rinascere con una pelle splendida? Che si può progettare un futuro insieme, se solo spostassimo un po’ più in là i nostri confini? E infine, se tu potessi parlare con un essere del futuro, cosa chiederesti per cambiare questo presente?