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aperitivo con i Babilonia Teatri, la compagnia di PIETRE NERE, e il collettivo GRA - grande raccordo ambientale
La compagnia Babilonia Teatri e l’associazione GRA grande raccordo ambientale si incontrano in un clima dove si può essere sinceri e si può parlare di cose grandi e di cose piccole, di passione, gioia, amore, spettacolo, radici, radicchi e vita.
Un’occasione per aprire un dialogo che speriamo fertile e inaspettato.
Al nostro fianco le persone che hanno frequentato il processo creativo commentiAMO e chiunque abbia voglia di ascoltare o “ciacolare” sul teatro e sulla vita.
Babilonia Teatri, Leone d’argento della Biennale di Venezia, si distingue nel panorama teatrale contemporaneo per un linguaggio che a più voci viene definito pop, rock, punk. I fondatori del gruppo, Enrico Castellani e Valeria Raimondi, compongono drammaturgie dall’incedere unico portate in scena con attitudine ribelle.
Lo spettacolo PIETRE NERE scarnifica e centrifuga la nostra idea di casa, il nostro modo di abitare / di costruire / di occupare un luogo. Indaga il concetto di casa a partire da luoghi che, agli occhi della maggior parte delle persone, case non sono. Case di riposo, case famiglia, carcere, strada, ospedale, dormitori, centri d’accoglienza, per chi li abita sono casa. Dall’incontro con le persone che abitano questi luoghi, dalla loro conoscenza, dall’abitarli come ospiti, ha origine Pietre Nere.
GRA – Grande Raccordo Ambientale è un collettivo di associazioni e cittadini del territorio trevigiano che unisce passioni e competenze per studiare e proporre soluzioni concrete al cambiamento climatico. Si occupa di tutela della biodiversità e del paesaggio, lotta all’inquinamento e promozione di alimentazione e stili di vita sostenibili.
Trame Urbane è il nuovo progetto di GRA: uno strumento per informare e riflettere sui cambiamenti in corso nella città di Treviso. È un progetto aperto che aggrega esperti, attivisti e cittadini che promuove la conoscenza dei processi che guidano la trasformazione della nostra città; che dimostra come il consumo di suolo indiscriminato non sia un destino ineluttabile e che un altro modo di governare lo sviluppo del nostro territorio è possibile.