A margine della programmazione di GEA.23 – RADIC(CH)I, il processo creativo commentiAMO frequenze clandestine si propone di unire un gruppo di spettatorə (massimo 10) per seguire le giornate di Festival, interrogandosi sulle forme di teatro contemporaneo e su come esserne testimoni e responsabili dalla platea. Attraverso queste coordinate, si terrà un ciclo di incontri composto da un momento mattutino di impostazione del lavoro e uno pomeridiano precedente alle performance, dove lə partecipanti dialogheranno con lə artistə del Festival. L’obiettivo è di consentire allə partecipanti di accostarsi all’esercizio critico: scrivere così dei contenuti propri, che raccontino in maniera varia spettacoli e artistə, raccogliendo al contempo riflessioni, immagini, dubbi e baluginii di una cittadinanza radunata attorno al teatro.

Il nostro Festival mira a favorire la condivisione e l’appropriazione degli spazi, con pratiche di riappropriazione dei contesti urbani che richiedono una forma di fermento simile a quella dellə spettatorə non più passivə, e alla ricerca di una visione imposta dall’alto, ma attivə e autonomə.

Una prerogativa di GEA sta nel cercare e favorire questa posizione irregolare e clandestina del pubblico: frequenze clandestine, per l’appunto, come quelle di una radio che non conosce imposizioni, ma che si regola in base alla partecipazione e alla complicità. O come un gruppo di persone che si reca a teatro, e che con il loro stare assieme disegna nuove prospettive.